mercoledì 21 aprile 2010
venerdì 16 aprile 2010
Costruttori o Noia? Alemanno vuole demolire le caserme
“PER ORA DEMOLIAMO LE CASERME POI SI VEDRA’ ”
Questa la sconcertante pianificazione urbanistica del Sindaco Alemanno
Stare anche solo qualche ora vicino alle archistar non fa bene alla salute.
Ci riferiamo in particolare all’ipotesi di demolizione delle caserme in Prati.
Esse sono comunque una irrinunciabile testimonianza architettonica e urbanistica della Roma post unitaria e sono quindi un elemento di “Citta storica” del quale si può fare certamente miglior uso, ma che sarebbe imperdonabile errore demolire.
La variante di Piano Regolatore del ’79 aveva vietato ogni demolizione in Prati, e giustamente visti i pessimi risultati delle demolizioni degli anni ’70.
Ancora una volta l’architettura contemporanea è riuscita a dare pessima prova di se’ nel tessuto storico della città (si vedano gli alberghi e gli edifici di via Cicerone e in via dei Gracchi che sono capaci di sfigurare perfino rispetto ad una edilizia ottocentesca ripetitiva, ma testimonianza comunque di un’epoca e anche per questo organismo urbano vivo e vitale).
Il merito di aver tutelato il quartiere Prati dalle demolizioni ha mantenuto non solo un carattere omogeneo, ma anche le eccellenze architettoniche dei suoi villini che vanno salvati ad ogni costo.
Sconcerta l’esaltazione della demolizione senza sapere per quale profonda ragione urbanistica viene concepita:
“Io personalmente penso che le ex caserme di viale delle Milizie vadano abbattute per
far spazio a nuovi progetti ……..ad esempio la cittadella dell’artigianato” !
“ Non ci si puo’ autocostringere ad una sorta di archeologia contemporanea”
Queste le dichiarazioni del Sindaco.
Demolizioni per capriccio, per infastidito senso di noia oppure peggio idee dettate dall’alto valore fondiario di luoghi e dalle forti pressioni della lobby dei costruttori ?
In conclusione dall’urbanistica “contrattata” all’urbanistica “onirica”.
giovedì 8 aprile 2010
Alemanno e i complessi di inferiorità
Oggi si stringe tutto fiero al petto alcune archistar che hanno già prodotto gravi guasti anche a Roma nel centro storico con opere incongrue e costosissime come fino all’anno scorso lo stesso Alemanno giudicava ad esempio la teca dell’Ara Pacis realizzata da Richard Meier.
Appare misterioso il proposito annunciato di negoziare con Meier ulteriori interventi in particolare sul Lungotevere e verso largo Augusto Imperatore dove il white architect ha già ferito con l’ossessione del colore bianco il Mausoleo di Augusto e le chiese che chiudono quello spazio con le patine, i colori, i disegni delle facciate anche di Valadier.
Egualmente misterioso è il sopralluogo annunciato a Tor Vergata con lo spagnolo Santiago Calatrava che per il momento ha unicamente comunicato l’importo spropositato della sua parcella.
Italia Nostra Roma conferma la sua delusione e la sua contrarietà a questo rilancio del narcisismo e delle spese pazze inaugurato da Rutelli, ripreso da Veltroni e fatto proprio da Alemanno nella continuità provinciale di queste committenze così mortificanti per la città.
Basta con i complessi di inferiorità che portano a Roma guai e sola retorica.